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INCHIESTA DIAMANTI DA INVESTIMENTO, VENDUTI INGANNEVOLMENTE A PREZZI GONFIATI

Risale al lontano 23 Febbraio 2019 il nostro ultimo post relativo alla triste e antipatica vicenda dei diamanti da investimento, venduti ad ignari risparmiatori ad un prezzo iperbolico, all’incirca otto volte superiore al loro valore reale di mercato.

Per riassumere sinteticamente la vicenda, è accaduto che due società operanti nel mercato dei preziosi (I.D.B. e D.P.I.), con l’appoggio e la collaborazione di alcuni Istituti di credito, hanno venduto ai Clienti delle banche un numero elevato di diamanti ad un prezzo di gran lunga superiore rispetto all’effettivo valore di mercato degli stessi.

I Clienti erano persuasi dai propri funzionari bancari di fiducia ad effettuare l’investimento, che veniva descritto come sicuro, a basso rischio, redditizio, esentasse e di lungo periodo.

La scorrettezza dell’operazione iniziò ad emergere all’incirca tre anni fa, quando alcuni investitori, intenzionati a liberarsi delle pietre, si resero conto che risultava impossibile rivenderle al prezzo di acquisto, in quanto il valore di mercato delle stesse era di gran lunga inferiore all’importo versato per comprarle.

In Ottobre 2016 la trasmissione Report rese note le pratiche commerciali scorrette perpetrate dalle società, in accordo con le banche (che ricevevano una lauta provvigione su ciascun investimento concluso) e successivamente, l’A.G.C.M. (Antitrust) nel 2017 e il T.A.R. del Lazio nel 2018 ne hanno riconosciuto la scorrettezza ed ingannevolezza, irrogando pesanti sanzioni – di quasi 10 miliardi di euro – sia alle società che agli Istituti di credito. 

Il 15 gennaio 2020 la società I.D.B. è fallita ed i risparmiatori che avevano lasciato in custodia i diamanti presso i caveaux della stessa hanno dovuto presentare domanda di restituzione degli stessi ai sensi dell’art. 87-bis della legge fallimentare (per inciso si ricorda che è tuttora possibile presentare le domande di rivendica dei preziosi, le quali verranno esaminate in via tardiva dal giudice fallimentare).

Il nostro studio si è occupato e si sta tuttora occupando di una molteplicità di casi e dall’analisi gemmologica dei preziosi, per la quale ci si è rivolti al perito gemmologo Sig. Paolo Aldighieri, è emerso che il valore delle pietre è pari a circa il 25-30% della somma versata per il loro acquisto.

Alcuni Istituti di credito si sono dimostrati disponibili a definire la vicenda in via transattiva, rimborsando interamente ai Clienti la somma versata per l’acquisto dei diamanti, a fronte della restituzione alla banca delle gemme; altre banche, invece, hanno preferito percorrere la via giudiziale e, pertanto, la questione è stata discussa presso le sedi e le Autorità competenti.

Fortunatamente tutte le vertenze finora trattate si sono concluse con esito favorevole ai risparmiatori (ricorrenti), sulla base di proposte di definizione conciliativa formulate dai giudici ed accettate da entrambe le parti.

E’ rilevante evidenziare che i giudici, nelle proposte di conciliazione, hanno sempre tenuto conto dell’effettivo valore di mercato dei diamanti, proponendo, rispettivamente, ai ricorrenti di mantenere il possesso delle pietre (che giuridicamente non è possibile restituire alla Banca) e all’Istituto bancario di versare una somma all’incirca pari alla differenza tra il prezzo d’acquisto dei preziosi ed il valore reale degli stessi, oltre al rimborso di spese e compensi legali e delle spese di perizia.

Lo studio approfondito della vicenda ha permesso di redigere in modo completo ed esaustivo i ricorsi presentati in giudizio e di strutturare una difesa solida ed efficace, sostanzialmente accolta dai giudici di merito.

La definizione positiva e rapida delle vertenze ha incontrato il favore dei nostri Clienti, che sono rimasti soddisfatti dei risultati conseguiti e riconoscenti per il lavoro svolto dal nostro studio.

 

                                avv. Carlo Spillare        avv. Elisa Spillare  

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